Innovazione e sostenibilità sono le parole chiave di questo periodo, anche perché sono collegate al Piano Nazionale di Ripresa e Resistenza e a tutte le aspettative che questo ha suscitato a livello nazionale.
Le statistiche ci dicono che il sostrato imprenditoriale italiano è piuttosto indietro rispetto alla trasformazione digitale e ahimè anche a quella ecologica. Ma è proprio vero?
Secondo la mia esperienza, tanto c’è da fare, ma altrettanto c’è da imparare a comunicare; tante sono infatti le iniziative sostenibili e che hanno avuto esiti positivi sull’area dove le aziende operano.
Da sempre realtà locali, radicate sul proprio territorio, si sono concepite come parte della comunità, con una precisa responsabilità, che si concretizzava nel costruire gli asili, nel supportare le polisportive e le associazioni di volontariato.
Ma nessuno si sognava di comunicare queste iniziative.
Nelle grandi imprese, invece, la direzione della comunicazione ha avuto negli anni un grande cambiamento ed è passata dal focalizzarsi sulla qualità del prodotto/servizio, a soffermarsi a spiegare al proprio pubblico quanto quello che si produceva fosse rispettoso dell’ambiente e delle persone.
Pensate agli spot delle auto di qualche anno fa, quali elementi venivano sottolineati? Le prestazioni, il comfort. Ora prima di tutto si parla di efficienza energetica, di auto ibride, elettriche, una visione molto distante da quella precedente.
Il mestiere del comunicatore non ha avuto mai molta fortuna nel nostro Paese, nelle aziende si è pensato per decenni che “chiunque” lo potesse fare. Ma non è così. Nella mia vita professionale far parlare l’imprenditore, fargli raccontare com’è nato il suo prodotto, illustrare la storia di un servizio innovativo, far capire quanto tenesse al suo paese, al territorio dov’è nato non è mai stato facile.
Poi, a tutto questo tesoro raccolto così faticosamente, occorre dare una forma accattivante, non noiosa, non arrogante, trovare i canali giusti, le modalità che più valorizzano il racconto, eh si, è veramente un bel lavoro.
Ogni mese racconterò una “bella storia”, cercando nelle mille belle iniziative delle piccole aziende italiane.